La pista ciclabile di collegamento tra Firenze e Prato è definita “superciclabile”, e non semplicemente “pista ciclabile” in virtù di una serie di caratteristiche e scelte progettuali che la differenziano in maniera sostanziale dalle piste ciclabili ordinarie presenti sul territorio italiano.
In Italia, negli ultimi anni, sono stati realizzati numerosi chilometri di piste ciclabili, senza tuttavia ottenere un proporzionale incremento dell’uso della bicicletta da parte degli utenti. La ragione è da attribuirsi in parte alla scarsa attrattività delle piste realizzate, alla loro frammentarietà e ad una inadeguata protezione dell’utenza debole.
La crescente necessità di limitare le emissioni ed abbattere il numero dei veicoli motorizzati circolanti, impone oggi l’adozione di nuove strategie. Paesi europei quali Danimarca, Olanda, Germania e Gran Bretagna, con la realizzazione di piste chiamate, appunto, SuperCycleWays, hanno dimostrato come con progetti, investimenti e quindi infrastrutture adeguate, sia possibile ottenere una riduzione degli spostamenti in auto ed una migrazione verso la bicicletta, la quale risulta essere nettamente più efficace per spostamenti inferiori a 5 km e può esserlo anche per spostamenti molto più lunghi.
La Superciclabile Firenze-Prato vuole quindi essere un grande asse verde di collegamento della piana fiorentina, avente l’obiettivo di rinnovare il sistema della mobilità verso forme alternative rispetto al mezzo motorizzato. Vuole altresì essere il primo caso in Italia di infrastruttura ciclabile ad alta capacità, concepita per soddisfare primariamente le esigenze di mobilità dell’utenza sistematica, e secondariamente di quella saltuaria e turistica. Il progetto prevede pertanto una larghezza adeguata a velocità sostenute (25 km/h) con possibilità di sorpasso, nonché un tracciato lineare ed interrotto dal minor numero di interferenze possibile. Si vuole così perseguire lo spostamento modale dall’auto alla bicicletta, ma anche la generazione di nuova domanda ciclabile, grazie all’offerta di un servizio innovativo e non paragonabile a quelli esistenti.
Di seguito vengono brevemente illustrate alcune delle peculiarità del progetto:
– PIATTAFORMA E GEOMETRIA: rispetto ad una pista ciclabile ordinaria, la pista in progetto prevede larghezza nominale incrementata da 2.5 m a 4 m, per consentire il sorpasso e quindi l’utilizzo in sicurezza da parte di un’utenza diversificata. Lungo l’asse principale, i raggi di curvatura delle curve sono incrementati rispetto al valore minimo di 5 m (ulteriormente riducibile a 3 m), in modo da permettere la circolazione in sicurezza a velocità sostenute (25 km/h).
– TRACCIATO: per essere una valida alternativa alla strada carrabile, il tracciato non può essere molto tortuoso né discontinuo. Il tracciato di progetto è quindi diretto e prevede deviazioni solo ove inevitabile per esigenze di inserimento.
– PENDENZE: l’appetibilità della pista è strettamente connessa ai tempi di percorrenza e questi, oltre che al tracciato, sono influenzati dalla pendenza longitudinale. Pertanto, il progetto prevede una limitazione delle pendenze sia su base chilometrica, sia sulle rampe di approccio alle opere d’arte, ove si prevede una pendenza massima del 7 %, molto inferiore al valore li mite del 10% imposto dalla normativa di riferimento.

– PIANO VIABILE E CORDOLI: la pista è completamente ripavimentata, anche laddove si attesta su strada esistente, in modo da offrire un’adeguata regolarità del piano viabile. A questo scopo, non si prevedono caditoie entro la sede ciclabile, sostituite da bocche di lupo a margine. I cordoli dello spartitraffico e quelli dei marciapiedi di nuova realizzazione, sagomati a 45 °, sono specificatamente studiati per ridurre la probabilità di caduta e per minimizzarne in ogni caso gli effetti.
– INTERSEZIONI: le intersezioni sono studiate caso per caso in modo da garantire la massima sicurezza dell’utenza debole, con livelli di protezione crescenti in funzione della viabilità interferita. Per l’accesso ad aree di sosta, l’attraversamento è a raso e colorato di rosso per risultare ben visibile. Per strade a ridotto traffico, alla colorazione vengono associate un rialzo dell’attraversamento ed un sistema di illuminazione e segnalazione dedicato. Per strade normali, anche se con traffico modesto, l’attraversamento ciclabile è regolato da un impianto semaforico.
In corrispondenza delle intersezioni e degli accessi, ove la continuità della pista viene interrotta, non sono disposti dissuasori per impedire l’accesso da parte dei veicoli motorizzati poiché recenti studi ne suggeriscono la pericolosità in quanto interferenti con le manovre evasive attuabili dal ciclista in caso di mancata precedenza da parte dei veicoli motorizzati.
– ILLUMINAZIONE ED IMPIANTI: per una buona visibilità ed un incremento del senso di sicurezza da parte dell’utenza, la pista è dotata di un impianto di illuminazione dedicato, che oltre ad integrarsi con gli elementi architettonici di arredo, prevede anche sensori di presenza per l’accensione nelle ore notturne e gemme a led di color ambra, ad altezza di 1 m, che segnalano l’intero percorso anche al buio. A ciò si aggiungono gli impianti di illuminazione e segnalazione degli attraversamenti ciclabili e pedonali e telecamere per il rilevamento delle infrazioni e degli accessi impropri da parte dei veicoli motorizzati.
– ELEMENTI ARCHITETTONICI E DI ARREDO: pali dell’illuminazione, cestini, portabiciclette, pensiline, dissuasori, anelli salvapianta e sedute, sono caratterizzato da un design omogeneo e dallo stesso colore (giallo, RAL 1021), in modo da identificare e caratterizzare il tracciato per il suo intero sviluppo.
– VERDE: il progetto del verde, compatibilmente con gli spazi a disposizione, non ha l’unico obiettivo di compensare numericamente le essenze da abbattere per la realizzazione, ma mira ad una riqualificazione del contesto attraversato dalla pista oltre che all’ombreggiatura della stessa.

Con noi ci sono Enser srl, GeAProgetti, I-dea e Aleph

Viale Fratelli Cervi